L'inverno 2001-2002: introduzione


 

Sabato 8 dicembre 2001, Chiapinetto, 1113 m sulle pendici della Quinzeina, massiccia e famosa montagna dai fianchi erbosi che sovrasta l'abitato di Cuorgnè e gran parte della fascia prealpina canavesana.

E' una bella mattina di dicembre, fresca ma non troppo, il sole è caldo, e si cammina con piacere lungo la dorsale sud-est, completamente libera da neve, come gran parte delle montagne dell'arco alpino. Il panorama dalla vetta della Quinzeina è, come sempre, superbo. In pianura dominano lo smog e la foschia, mentre le Alpi appaiono nel loro splendore, nonostante manchi il loro manto bianco; verso la valle d'Aosta si intravede il fumo di qualche incendio. La sosta, qui a 2344 m è davvero piacevole, la temperatura è relativamente mite, si può stare in maniche di camicia.

Dalle vetta della Quinzeina 2344 m, nella fascia prealpina del Canavese, lo stau è in piena formazione contro i versanti orientali della montagna.Ma ecco che, come annunciata dai modelli di previsione di mezzo mondo, una massa d'aria fredda di origine siberiana entra nella pianura padana. L'effetto immediato, una volta che sono raggiunti i rilievi prealpini, è la condensazione dell'umidità presente nell'aria, a causa del sollevamento orografico.

Lo stau entra in gioco, e la pianura a ridosso dei rilievi si copre di nubi basse, creando un meraviglioso mare di nubi, che visto dall'alto è semplicemente stupendo. Sia in pianura che in quota la temperatura cala rapidamente, nella discesa dalla vetta ci immergiamo presto in questa coltre di nebbia, che vista la temperatura sottozero, Nel tardo pomeriggio, dalle pendici della Quinzeina, si osserva il mare di nebbia dovuto allo stau.deposita brina su ogni oggetto, e tutto si avvolge in una gelida atmosfera ovattata. Nei giorni successivi la temperatura notturna crolla a -7°/-8°, e il giorno 13 di dicembre accade ciò che verrà ricordato per molto tempo negli annali della meteorologia in Italia: nel giro di poche ore una vera tormenta di neve percorre tutta la pianura padana da est a ovest, portando la Siberia a casa nostra.

E' con questi fenomeni, con questo primo potente afflusso di aria fredda, che inizia col botto l'inverno 2001-02, uno dei più emozionanti degli ultimi sei anni, e caratterizzato nella sua prima parte dal gelo intenso e persistente, come non si osservava da anni, dal dominio delle alte pressioni e dalla siccità durata per oltre 72 giorni, e nella seconda parte da un periodo più mite caratterizzato dal passaggio di un paio di perturbazioni non molto attive, ma che alleviarono parzialmente il problema della carenza di precipitazioni, che preparano la strada al poderoso ciclone Tatjana, il quale riverserà su parte del Piemonte il triplo delle precipitazioni medie mensili del mese di febbraio in poco più di 48 ore, aggiungendo un altro elemento di eccezionalità, o comunque di particolarità alla stagione invernale 2001-2002, che ha presentato alcuni momenti decisamente interessanti dal punto di vista di un meteorofilo.

Principalmente sono quindi tre gli elementi caratteristici dell'inverno 2001-2002: la bufera di neve di Santa Lucia, il 13 dicembre 2001, una vera e propria tormenta di neve e vento che ha colpito gran parte della pianura padana, evento raro nel piemonte occidentale, aprendo la strada ad un lungo, lunghissimo periodo di gelo intenso; il dominio di varie cellule di alta pressione, ora qualla russa-siberiana, ora quella afro-mediterranea, ora quello europeo, ora quello delle Azzorre, scorrendo come su di una rosa tutti i possibili anticicloni che ci potevano interessare, aggravando ulteriormente il deficit pluviometrico che si trascinava ormai da settembre; il potente ciclone Tatjana, che in mesi autunnali sarebbe stato potenzialmente pericoloso in quano foriero di precipitazioni di tipo alluvionale, che tra il 15 e il 16 febbraio ha riversato sulle Alpi Occidentali fino a 2 metri di neve ed oltre 140 mm di pioggia sulla pianura torinese, circa il triplo della pioggia media mensile per il secondo mese dell'anno, di norma tra i più secchi dal punto di vista pluviometrico.

In queste pagine si andrà ad analizzare la cronaca meteorologica dell'intera stagione invernale in esame, con l'aiuto di carte bariche, immagini satellitari e tabelle, con particolare riferimento all'andamento del tempo atmosferico nella stazione di Prati di Villanova Canavese, 385 m s.l.m., posta sulla destra idrografica del torrente Stura di Lanzo, in posizione che d'inverno risulta particolarmente fredda. La cronaca è stata suddivisa in paragrafi inerenti i periodi significativi dei tre mesi analizzati, con particolare spazio alla bufera di Santa Lucia e al ciclone Tatjana. Sono stati raggruppati in apposita pagina i modelli matematici di previsione meteorologica riferiti ad episodi o eventi particolari, per una corretta verifica delle previsioni di quei giorni. Si possono poi osservare moltissime immagini fotografiche relative a episodi, eventi, fenomeni caratteristici della stagione invernale in esame, scattate dall'autore a Villanova Canavese, Torino e nelle valli di Lanzo, del Canavese e d'Aosta. E' stato inoltre dato ampio spazio alle osservazioni meteorologiche della stazione amatoriale dei Prati di Villanova Canavese e alle analisi statistiche con dati climatici, medie, grafici e confronti con le stagioni passate del periodo 1996-2000. Infine sono stati raggruppati in apposite pagine link a siti correlati con l'argomento in oggetto e l'elenco delle fonti di buona parte del materiale (carte, modelli, immagini satellitari, dati climatici, etc.) presente in questo reportage.

N.B. Le denominazione delle figure di alta e bassa pressione e delle perturbazioni sono quelle assegnate dall'Università di Berlino, come di consuetudine nel panorama della previsione e dell'osservazione meteorologica in Europa.

Roberto Maruzzo - iscritto alla Società Meteorologica Italiana


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