Scialpinismo

 

Gran Serra 3552 m
 

 

 
Info gita  
Partenza: Valnontey 1666 m
Tempo di salita: 3 h + 4 h
Dislivello: 1900 m
Difficoltà: BSA (corda, piccozza, ramponi utili)
Esposizione E
Periodo: aprile - maggio
Punti d'appoggio: Rifugio Vittorio Sella 258 mm (0165.74310)

 

13 e 14 maggio 2006
La Gran Serra è forse la più classica gita scialpinistica in valle di Cogne e una super classica della valle d'Aosta. E' una salita di discreto impegno, e che richiede una buona valutazione delle condizioni del manto nevoso, in particolare nel ripido canale che dal ghiacciaio Lauson porta sul ghiacciaio di Gran Val. Per le roccette finali è decisamente consigliata la corda, per via di alcuni passaggi (I-II+) su roccette abbastanza esposti. Il panorama dalla vetta è splendido, soprattutto sul vertiginoso salto al di sopra del Timorion. La salita al Sella in genere si effettua quando la parte bassa della mulattiera, fino al ponte 1900 m è libera da neve.

 

Da tempo sognavo di fare una gita con gli sci in questa valle a cui sono particolarmente legato, perchè forse è nata qui la mia passione per la montagna. La scelta ricade sulla Gran Serra, una superclassica. Partiamo in tre dal Canavese, a Valnontey un pranzo volante, poi siamo pronti a partire, caricandoci in spalle il pesante fardello, compresi gli sci. Siamo a metà maggio, l'annata non è delle migliori, la neve si è ritirata già in alto.Il sole è molto caldo, per fortuna saliamo nel bosco, seguendo l'itinerario estivo per il Sella, avvistando anche alcuni camosci. Arriviamo al ponte a circa 1900 m e lo attraversiamo, cominciando a risalire i pendii del versante opposto, sempre privi di neve e che già rinverdiscono.

       

A sinistra: ultimi pendii prima del rifugio Sella.

Al centro: incontri al rifugio.

A destra: Alex osserva perplesso la nevicata.

A 2270 m finalmente metto gli sci ai piedi, anche se la neve che c'è è quella di qualche giorno fa, umidificata fortemente dallo zero termico stellare (4000 m) di questi giorni. La salita è faticosa, un po per la neve, un po per il caldo, arriviamo alle 14.45 al rifugio. Gran relax al sole nel pomeriggio, fino a quando le velature annunciavano il veloce peggioramento notturno. Infatti alle 18.30 nevica un po, andrà avanti ad intermittenza tutta la notte. Alle 5.15 sveglia, colazione e pronti a partire. Solo poche nubi in valle, la giornata si presenta fantastica.

     

A sinistra: la partenza al mattino.

Al centro: il sole ci raggiunge.

A destra: in marcia verso il ghiacciaio Lauson.

Partenza per i pendii dietro al rifugio, e siamo presto al sole. Saliamo sui pendii del Lauson, dirigendoci verso il ghiacciaio omonimo. La neve della notte è poca e un po collosa, ma il manto sotto pare tenere. Arriviamo sul ghiacciaio, e quindi al canalino che ci porterà sul ghiacciaio di Lauson. Siamo in molti, il pendio non è tracciato e pare molto carico. Distanziati adeguatamente, uno ad uno lo cominciamo a risalire, dietro ad un indomito tracciatore. Con un po di suspence ne usciamo fuori senza problemi, il manto anche se all'apparenza non ispirava, era stabile.

     

A sinistra: sulle morene del ghiacciaio.

Al centro: sul ghiacciaio Lauson prima di affrontare in canale.

A destra: inizia il tratto delicato, il superamento del canale.

Usciamo quindi di nuovo al sole, sul ghiacciaio di Gran Val, a circa 3100 m. La Gran Serra è ben riconoscibile ora. Un po di vento ci accmpagna fino sulla cresta finale, dove lasciamo gli sci alla base delle roccette. Roccette che ci impegnano un bel po..un caratteristico passaggio in galleria, poi roccette con passaggi fino al II+, verglassate e sporche di neve, meno male che abbiamo una corda. Si crea un po di intasamento, e perdiamo molto tempo, ma la vetta è vicina e abbiamo il necessario per salire in sicurezza. Ci affidiamo letteralmente e tecnicamente al Padre Eterno, facendo sicura legando la corda alla croce di vetta, che pare molto solida.

     

A sinistra: a metà del canale ripido.

Al centro: l'uscita del canale, ultimo traverso.

A destra: ne siamo quasi fuori...

     

A sinistra: usciti sul ghiacciaio di Gran Val, la vetta si avvicina.

Al centro: in marcia verso la cima.

A destra: la cresta finale, orlata di cornici.

Mi annoio un po ad aspettare il mio turno, ma viene anche per me, e mi inerpico anche io, non senza un po di tensione, fino al piatto roccione esposto che costituisce la vetta di questa montagna. La stanchezza si fa sentire ma il posto ed il panorama sono grandiosi. Purtroppo bisogna scendere, anche perchè non sappiamo bene che neve troveremo.. la discesa è altrettanto delicata fino agli sci. Si mangia qualcosetta, poi è ora di preparare gli sci. E già alla prima curva capisco che sarà un'impresa arrivare giù tutti interi! Qualche tratto era decente, ma per lo più crosta traditrice...è un po penoso scendere, fino all'imbocco del fatidico canale...

           

Le fasi finali della salita: le roccette delicate della cresta est.

E anche qui la discesa, almeno per il primo, è delicata... doveva fare da cavia... Scendiamo comunque uno alla volta, per non sovraccaricare il canale. Dopo, più rilassati, qualche pendio decente di primaverile, ma ben poca cosa... presto ecco una crosta immonda sopra una neve marcia... una pena!! Arriviamo sopra il rifugio, la neve è talmente marcia che diventa sciabile, sempre meglio della crosta! fa un caldo osceno quando arriviamo al rifugio.

     

A sinistra: prime curve sul ghiacciaio di Gran Val.

Al centro: il famoso canale, dopo il passaggio di quasi quindici pazzi scatenati.

A destra: uno dei pochi tratti di neve decente.

Recuperiamo la mercanzia mentre tutt'intorno la neve fonde che è un piacere, c'è un paciocco di fango, neve, acqua in cui gli sci sembrano davvero fuori luogo. Ripartiti dal rifugio riusciamo ancora a fare qualche curva nel marciume, sciando anche su erba, rododendtri e pietre, fino a circa 2230 m... poi mi arrendo anche io, sci a spalle e mi dirigo su di un dosso di erbetta fresca, dove attendo i soci mangiando qualcosa e bevendo del vino.

     

A sinistra: ma siamo nel deserto? Alex si difende dal sole rovente.

Al centro: immagine emblematica... finita la neve, gli sci non se ne rendono conto..

A destra: un attimo di relax...

La discesa riprende sulla mulattiera, sci a spalle, morendo di caldo e di fatica, ma abbastanza contenti.La fontana di valnontey è un toccasana per la gola riarsa e per la faccia grondante sudore... finalmente posso mettermi in pantaloncini, sandali e maglietta.... birrazza gelata di rito, e pronti per andare a casa. Una gita così, senza birrona finale non è completa!

     

A sinistra: pendii verdi a fianco alla mulattiera.

Al centro: nel bosco, un uomo distrutto.

A destra: eccomi, prati verdi e sci a spalle... la stagione sta per finire?

 

Photobook di questa gita >>>

 

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