ALLUVIONE 13-16 OTTOBRE 2000

ANALISI METEOROLOGICA


 

EVOLUZIONE

Per cercare le origini di quest'ennesima alluvione bisogna risalire fino al 09 ottobre, quando sulle isole britanniche si forma una profonda depressione, che raggiunge un minimo di ben 965 hPa, e che è stata battezzata IMKE dal servizio meteorologico tedesco. Le prime perturbazioni prodotte da IMKE non sono molto convinte, infatti nei giorni fino al 12 registro cielo nuvoloso e praticamente senza precipitazioni.

Analisi barica al suolo- 11 ottobre 2000

Fonte: The Met Office

Dal giorno 12 le cose cominciano a cambiare, si intensificano le correnti di scirocco che già investivano il sud Italia con temperature anche intorno ai 30°, e raggiungono anche l'arco alpino provocando un forte rialzo termico. Nel contempo si forma una saccatura secondaria figlia di IMKE che comincia ad interessare più decisamente le regioni nord-occidentali assumendo caratteristiche di ciclone mediterraneo:la forte perturbazione che ne segue verrà battezzata JOSEFINE.

Analisi barica al suolo- 14 ottobre 2000

Fonte: The Met Office

Nel pomeriggio di venerdì si intensificano le precipitazioni sul settore alpino e la situazione peggiora sensibilmente: la quota neve è salita tra i 2900 e i 3200 mt, la neve caduta nelle scorse settimane si scioglie andando ad ingrossare ulteriormente i torrenti. Al mattino del 14 molti fiumi sono già oltre il livello di guardia, le osservazioni a Villanova Canavese non danno ancora precipitazioni diffuse, nonostante il livello della Stura di Lanzo abbia già raggiunto il livello della piena del 30-09-2000. Nella mattinata comincia a cadere la pioggia anche in pianura e con forte intensità. Josefine si trova bloccata da un promontorio anticiclonico sui balcani e rallenta la sua avanzata verso est, rimanendo quasi bloccata sul nord Italia. Come se non bastasse, sulle zone alpine e prealpine delle alpi occidentali entra in gioco l'effetto stau rispetto alle correnti da sud-est.

Immagine meteosat - 15 ottobre 2000

Fonte: Università di Nottigham

Le precipitazioni cadono così abbondanti su un vastissimo settore, raggiungendo valori da record nelle zone alpine e prealpine, soprattutto nelle valli Chisone, Lanzo, Orco e Soana, nelle valli del Verbano-Cusio-Ossola, e continuano fino a domenica notte: le temperature rimangono ancora elevate fino al tardo pomeriggio di domenica, quando finalmente lo zero termico si abbassa e la neve scende fino ai 1500 mt.

Nei giorni 16 e 17 la struttura di JOSEFINE perde vigore: dopo una pausa domenica notte, alcuni rovesci ancora forti cadono lunedì 16, ma sono solo gli ultimi attacchi di una perturbazione in via di esaurimento. Martedì 17 le piogge sono cessate e nella tarda mattinata in alcune zone esce il sole, illuminando un paesaggio di rovina e distruzione, ma che ha bisogno del calore vitale del sole per poter rinascere.


OSSERVAZIONI STATISTICHE

Vi sono alcuni fattori che dimostrano la straordinarietà di quest'evento alluvionale, primi tra tutti la grande quantità di pioggia caduta e la vasta estensione territoriale interessata dalle precipitazioni. Analizzando i dati provenienti dalle stazioni di rilevamento della rete del servizio meteoidrografico della Regione Piemonte, si nota come le aree di maggior precipitazione siano state le Valli di Lanzo, il versante piemontese del Gran Paradiso e le valli dell' Ossola, dove la stazione di Bognanco-Pizzanco ha registrato il massimo assoluto dell'evento, con 740 mm di pioggia. Qui di seguito sono elencati i valori di pioggia cadute in alcune stazioni delle valli di Lanzo, Orco e Soana.

Bacino idrografico: STURA DI LANZO

Bacino idrografico: ORCO

Bacino idrografico: SOANA

Fonte: Regione Piemonte - Direzione Regionale Servizi Tecnici Di Prevenzione

Questi valori danno già l'idea della quantità d'acqua che si è riversata nei torrenti gonfiandoli a dismisura e superando la portata stessa dell'alveo. Infatti la portata di quasi tutti i torrenti ha superato di parecchio il livello raggiunto nelle alluvioni del '93-'94 e in parecchi casi si sono superati i massimi storici, questo dimostrato anche dal fatto che su alcuni corsi d'acqua (Stura di Lanzo, Dora Baltea) sono stati asportati i sensori prima ancora del colmo di piena. La Stura di Lanzo a Lanzo Torinese ha raggiunto il colmo di piena nel pomeriggio del 15 ottobre, con un livello di più di 4.37 m sopra lo zero idrometrico e una portata di oltre 1500 mc/s, vicino al massimo storico (1600 mc/s, 1947) e paragonabile alla portata del fiume Po a Carignano (1700 mc/s), ma forse il dato più impressionante è che ha raggiunto la portata del fiume Po a Torino durante l'alluvione del novembre 1994 (1500 mc/s). Nella tabella seguente sono riportati i dati idrometrici dei corsi d'acqua più significativi di bacini sopracitati.

 CORSO D'ACQUA  LOCALITA' LIVELLO DI COLMO DATA E ORA PORTATA AL COLMO PORTATA MEDIA  MASSIMO STORICO
 STURA DI LANZO  Lanzo Torinese >4,37 mt  15-10-00, 06:30 u.t.c.   >1500 mc/s    20 mc/s  1600 mc/s (1947)
 CERONDA   Venaria   3,07 mt  15-10-00, 21:30 u.t.c.       480 mc/s   3,8 mc/s  --
 MALONE  Front   2,69 mt  15-10-00, 07:30 u.t.c.       368 mc/s    2,8 mc/s  --
 ORCO  Pont Canavese    4,29 mt  14-10-00, 12:30 u.t.c. 1800 mc/s    22,8 mc/s  --
 DORA BALTEA  Tavagnasco    4,73 mt  15-10-00, 04:30 u.t.c.   >2300 mc/s   85,3 mc/s  2670mc/s (1920)

Fonte: Regione Piemonte - Direzione Regionale Servizi Tecnici Di Prevenzione

Nella stazione Villanova Canavese si può seguire l'andamento del tempo e della temperatura in base alle osservazioni effettuate nei giorni dal 06 al 20 ottobre: si può facilmente notare dalla seguente tabella la temperatura, da valori leggermente al di sotto della media dei giorni 7-8 ottobre (in particolare sono riportati anche temperature rilevate il giorno 8 ottobre nel gruppo del Gran Paradiso) a valori insolitamente miti nei giorni dell'evento, per tornare su valori normali a partire dai giorni 17-18 ottobre.

Osservazioni nel periodo dal 06-10 al 20-10-2000- stazione di Villanova C.se - Fraz. Prati - 385 m s.l.m.

 GIORNO T° MAX  T° MIN CIELO PRECIPITAZIONI
  06  +17.2° +13.5° da coperto a poco nuvoloso  due rovesci h.15:00
  07  +19.1°  +3.9°  sereno assenti
  08  +18.7°  +2.3°  da sereno a velato assenti
  09  +17.7°  +3.8° da sereno a poco nuvoloso assenti
  10  +12.1° +8.3° coperto  pioggia fino h.9:00
  11  +10.7° +7.1°  coperto  neve fino 1900mt
  12  +12.8° +7.8°  nuvoloso  pioviggine intermittente
  13  +13.9° +9.7°  da nuvoloso a coperto  pioviggine intermittente
  14  +16.2° +13.1°  coperto  pioggia forte dalle 10:30
  15  +15.8° +13.2°  coperto  pioggia - rovesci
  16  +10.7° +8.5°  coperto  pioggia - rovesci intermittenti
  17  +16.0° +8.1°  da nuvoloso a parz. nuvoloso  assenti
  18  +18.0° +5.7° poco nuvoloso assenti
  19  +17.4° +5.6°  poco nuvoloso assenti
  20 +17.6° +7.1° Irregolarmente nuvoloso assenti

Grafico temperatura nel periodo 6-20 ottobre 2000 - Stazione di Villanova C.se - Fraz.Prati

Osservazioni del giorno 08 ottobre 2000 in alta montagna.

 LOCALITA' VALLE

 QUOTA

ORA STATO DEL TEMPO  NEVE AL SUOLO
Rif. Savoia  Valsavarenche (AO)

 2532

 -5,5°

09:30
 sereno

 20 cm
Cima Merid. di Seiva  --

 3200

 -8,5°

12:30
 sereno, vento da N-W

 60 cm
M.gna Gran Collet  --

 2403

-3,0°

16:00
 poco nuvoloso

05 cm
Rif. città di Chivasso  --

 2604

-6,0°

18:00
 poco nuvoloso

 25 cm

Fonte: Roby4061

Si può ben notare come solo una settimana prima i valori di temperatura erano anche al di sotto delle medie del periodo, con il livello dello zero termico intorno ai 1900-2000 mt e un certo spessore di neve al suolo in montagna, in alcune zone già a partire dai 1700mt (valle d'Aosta). E' quindi comprensibile come la portata dell'evento già di per sé straordinario sia stata notevolmente influenzata dalla temperatura elevata che ha innalzato il limite delle nevicate oltre i 2900 mt e provocando lo scioglimento accentuato dalle forti precipitazioni della neve presente al suolo in montagna. La quantità d'acqua riversatasi così in fiumi e torrenti è risultata in molti casi superiore alla portata degli alvei, provocando quindi l' esondazione dei corsi d'acqua; l'effetto sui pendii invece ha portato in alcuni casi addirittura a processi di fluidificazione del suolo osservati ad esempio in valle di Cogne e in Val Grande di Lanzo e provocando centinaia di frane di ogni dimensione.

Per rendersi conto ulteriormente di che cosa ha colpito le nostre valli in quei giorni, basti pensare che nel corso di un mio sopralluogo nella zona del Monte Soglio (comune di Corio, TO) una settimana dopo il disastro, ho notato come l'acqua abbia cominciato a scorrere copiosa sui pendii già in prossimità della cresta spartiacque, a circa 1900mt (per la precisione 50mt sotto la cresta), trasportando ghiaia e terra e provocando delle vere e proprie voragini sulla strada interpoderale che risale le pendici della montagna:una di queste, in prossimità dell'Alpe Soglia 1711mt, aveva una dimensione di ben 2 x 3 x 1,80 mt nei pressi di un tornante; ho inoltre avuto modo di osservare una decina di piccole frane, una delle quali provocata dallo slittamento di uno strato di terreno di 5 x 20 mt di superficie e 30-50 cm di spessore al di sopra di un lastrone roccioso: è facile capire la dinamica di questo smottamento, provocato dallo scorrimento dell'acqua tra il terreno e lo strato roccioso impermeabile, innescando così una specie di lubrificazione.

Certo è che i segni di quest'alluvione rimarranno evidenti per alcuni anni, così com'erano ancora visibili, specialmente in quota, le tracce lasciate dalle alluvioni del 1993 e 1994, segnali evidenti che ormai il clima sta veramente cambiando.


Roby4061 - 2000