AIGUILLE DE LA GRANDE SASSIERE 3751 m


La Grande Sassiere è una montagna dal nome altisonante, impegnativa dalla Valgrisenche (lato italiano), decisamente più semplice dal lato francese, tanto che a fine stagione e senza neve, viene "declassata" ad EE e diventa la più alta montagna delle Alpi raggiungibile in semplice tenuta escursionistica. Ci sono alcuni tratti di roccette elementari (I°) lungo il sentiero nella prima metà di salita. Il pendio finale di sfasciumi a fine stagione è solo faticoso. Il ghiacciaio non lo si sfiora nemmeno, e quando il percorso è libero da neve un bel sentierone porta fino in cima. Naturalmente se la montagna è innevata le condizioni cambiano totalmente, e così l'impegno. Il pendio finale è molto ripido (45°), per cui se innevato o verglassato può risultare delicato.
  • Partenza: Le Saut 2260 m

  • Tempo di salita: 4-4.30 h

  • Dislivello: 1500 m

  • Difficoltà: EE/F+

  • Periodo consigliato: Luglio - ottobre
  • Punti d'appoggio: nessuno

1° agosto 2009.

Viste le orride previsioni per la domenica, il previsto programma di aggregarsi a degli amici per tornare alla Capanna Margherita salta, e come “ripiego” penso a questa cima che è da diversi anni nei miei obiettivi, le condizioni sono ottime per effettuare la salita senza attrezzatura ed è il caso di approfittarne. 

E’ la vetta più alta delle Alpi tra il colle di Cadibona e il colle de la Seigne, ed inoltre la più alta raggiungibile in semplice assetto escursionistico quando è libera da neve. Unico neo la distanza.. io e Alex percorriamo i 200 km fino a Le Saut, passando per il Piccolo San Bernardo, in 3 ore e mezza… 

Partiamo da Le Saut 2260 m alle 8.40, sono già sveglio da 5 ore ma non sento la stanchezza. Per prudenza ci portiamo dietro uno spezzone di corda e i ramponi.. tutto peso inutile scopriremo dopo. Il sentiero attacca subito per i prati con una pendenza assassina, prendo subito un buon passo, si effettua un luungo ma panoramico traverso, superiamo la prima fascia di elementari roccette, e proseguiamo sempre a gran pendenza su una dorsale. I pascoli lasciano spazio ai detriti, questo è il regno del Genepi.  

La salita seppur a tratti molto faticosa, è molto bella e panoramica, l’ambiente di questa dorsale quasi lunare, un’enorme distesa di sfasciumi. Dopo un tratto in leggera discesa, il sentiero attacca di nuovo dritto per la massima pendenza, portandoci a superare la seconda fascia di roccette, assolutamente elementare (I°), sbucando sulla cresta sud ovest della Grande Sassière, intorno ai 3300 m. La parte finale della gita è ormai tutta visibile, il ghiacciaio è ritirato più in basso rispetto al filo di cresta, non lo si sfiora nemmeno. 

Il pendio finale appare ripidissimo, e già immagino si farà fatica.. accelero il passo, Alex rimane indietro, supero un paio di persone dopo la terza fascia di roccette. Il sentiero va su per la massima pendenza ma è ben tracciato, nonostante il terriccio cedevole si sale bene. La pendenza del pendio è sui 35-40°, con neve sicuramente non sarebbe così banale. 

La quota si fa un po’ sentire, mi viene il fiatone, ma continuo a salire per via dell’arietta gelida che mi sta pelando e non voglio mettermi la maglia per pochi metri. Riprendo fiato un paio di volte, e arrivo in vetta… a 3751 m di quota, 3 ore e un quarto per coprire i 1500 m di dislivello dalla partenza.. il sentiero rendeva, direi!! 

C’è diversa gente in cima, alcuni italiani, e tanti francesi. Alex arriva dopo dieci minuti, rimaniamo in vetta due ore abbondanti.. il panorama è stupendo, dal Bianco alla Valgrisanche, al Grampa, alle Aiguille Rousses dov’ero domenica scorsa, a tutte le montagne delle mie valli viste “da dietro”. Si sta benissimo, a quasi 3800 in pantaloncini e micropile.

Alle 14.20 cominciamo la discesa, con tutta calma, ammirando il panorama di questo insolito angolo di Alpi. Man mano che scendiamo il caldo si fa sempre più insopportabile, e con esso l’arsura della gola, finalmente a 2400 m troviamo una piccola sorgente con cui placare la sete. Alle 17.15 finalmente siamo a Le Saut. Ci fermeremo qui in tenda per evitarci lo sbattimento del viaggio di ritorno… e quindi vai con la Moretti da 66 tenuta saggiamente al fresco nel torrente da questa mattina… 

Relax e cazzeggio, poi cena pantagruelica, mentre il parcheggio si svuota e quassù non rimane quasi nessuno. Sera suggestiva, tra il primo quarto di luna, le luci di Tignes, le stelle che si accendono in cielo e il chiarore che illumina la montagna salita. Una volpina affamata si aggira tra i camper e la nostra tenda, senza alcun timore dell’uomo..Rimango a lungo fuori nei pascoli a fotografare il cielo, poi è ora di andare a dormire. L’indomani rientriamo in Italia, prendendo pioggia per 200 km… ma la vetta è in bacheca, il tempo lo abbiamo fregato, ed un’altra bella montagna fa la sua giusta figura tra i bei ricordi di quest’annata.


Photobook di questa gita.

 


 

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