GRAN ZEBRU' 3851 m


nel gruppo dell'Ortles-Cevedale, il Gran Zebrù è forse la montagna più bella. Una piramide perfetta, dalle linee severe ed eleganti. La sua salita non è banale, e può risultare assai delicata con ghiaccio vivo. E' molto frequentata. Le pendenze sono notevoli fino a 45° per l'uscita sull'affilatissima crestina finale. Nel canalino e sulla "pala" sono possibili scariche di pietre per cui è caldamente consigliato il casco.
  • Partenza: Parcheggio dei Forni 2100 m

  • Tempo di salita: 1 h 30 m 1° giorno, 4 h 2° giorno

  • Dislivello:1750 m

  • Difficoltà: PD+ (casco consigliato)

  • Periodo consigliato: Giugno - settembre
  • Punti d'appoggio: Rifugio Pizzini 2706 m

30 giugno e 1° luglio 2007.

La gita sociale dei CAI di Rivarolo, con direttori miei amici, è andata benissimo. 20 partecipanti tutti in vetta senza nessun intoppo e con dei buoni tempi.

Il viaggio di andata da Villanova Canavese ai Forni è stato tremendo, anche a causa del motoraduno allo Stelvio. Ci ho messo praticamente 6.30 ore. Allucinante.

Da qui, dopo un panino veloce, siamo saliti al rifugio Pizzini. Birra e relax, fino alla cena, che è andata troppo per le lunghe (due ore mi sembrano un po' troppe...)

Tisana e a dormire, non molto, alle 3.20 ero sveglio ed alle 3.30 ci siamo alzati.

Il cielo era velato, e c'era qualche nube bassa, ma tempo di fare colazione, e si vedevano le stelle. Alle 4.35 siamo partiti, c'era già luce.

A quasi 3000 m inizia il ghiacciaio, in questo tratto poco crepacciato, e ci siamo legati in cordata. In breve siamo arrivati al canalino, che ci ha subito accolto con una scarica di pietre. casco in testa, e siamo proseguiti. La pendenza inizialmente era sui 30°, verso la metà 35°, l'uscita a 40° circa.

Le condizioni erano buone, con una bella traccia, e nonostante le scariche lo abbiamo superato agevolmente. per fortuna le pietre erano piccole, al massimo grosse come una mela, ma son stato colpito ben due volte, una sullo zaino e una sulla piccozza (che mi ha salvato lo stinco, se no sentivi che santi tiravo giù ).

Usciti dal canalino, ecco il sole, e la ripida "pala". La traccia era sempre buona, il pendio ripido, molto ripido (40°), anche qui ancora qualche scarica, poi più nessuna "rolling stones". la pendenza da fiato intorno ai 3600 m, nei pressi di un argano residuato della prima guerra mondiale.

Da qui la vetta era vicina. Un tratto rilassante, poi le ultime rampe. Un canalino a 45° buoni, con qualche pietra in mezzo alla neve e del ghiaccio affiorante, delicato, e siamo sulla cresta.

E qui dico "sticazzi".

E' impressionante la traccia. Come "scavata" sulla parete nord. Muretto di neve a sx, traccia di 30 cm di larghezza, a dx il fianco della nord che si inabissa a 60-70° per 1000 metri. Normalmente la traccia penso che passi a sx, sul lato Valfurva, ma viste le cornici, è stata tracciata da questa parte.

Con molta cautela e un po' di fibrillazione percorriamo questi 50 metri lineari che ci separano dalla vetta. Poco sotto, affiorano resti dei baraccamenti della Prima Guerra (a questa quota!!!!), e con un ultimo tratto decisamente aereo, siamo in vetta...

Che figata.

Non c'è nemmeno tanta gente, il panorama è indescrivibile. Sono le 8.10, sono sulla vetta del Gran Zebrù, 3851 m di quota. Ci abbiamo messo 3h35 dal rifugio, ottimo.

Sono felicissimo. essere quassù è di una soddisfazione enorme, per me che mai avrei pensato di arrivare su, che pensavo fosse al di sopra delle mie possibilità, e poi le previsioni erano abbastanza sconfortanti, ed invece guarda qui, guarda che panorama, guarda la val Cedèc invasa dalle nubi in basso, guarda il Sud-tTrol, guarda il Cevedale, le Tofane, il Trentino...

Estasiato da tanta bellezza, e anche dal fatto che non ci siano le folle oceaniche che temevo, mi rendono felicissimo.

Foto di rito, pian piano arrivano tutti i nostri. bravi a tutti, alle 8.30 ecco l'ultima delle nostre cordate, poi a cresta sgombra, noi cominciamo a scendere.

Sono io da primo, la discesa mi impressiona un bel po'... anche perchè la traccia è in leggera discesa, e 1000 metri sotto i seracchi della vedretta di Solda mi fanno "ciao ciao"... comunque scendo con una concentrazione a mmmmille mila, ogni passo valutato, pianto bene la picca a dx...

Ne usciamo fuori presto, scavalco la cresta, mi sento più tranquillo... nella discesa del canalino successivo, faccia a valle, non ho nessun problema.. il resto della discesa della pala prosegue bene, anche se la neve è molle, e richiede attenzione.

Un po' di nebbia ci coglie nel canalino, che però in discesa mi sembra una "passeggiata". non scarica più, e nonostante un dolore lancinante al ginocchio sinistro, in breve usciamo anche da questo, e giù al sole possiamo rilassarci, fuori dalle difficoltà.

Sono le 9.45, siamo in orario perfetto. piccola pausa, poi fuori dal ghiacciaio, giù per le pietraie, ed alle 11 siamo al rifugio, dove due nostre cordate già sono lì.

Mi cambio, birrazza e spuntino.

Entro le 12 sono tutti al rifugio, e noi cominciamo a scendere. prendiamo il bel sentiero, invece della strada, con belle viste sul ghiacciaio dei Forni.

Alle 13.20 siamo al parcheggio, alle 13.30 si parte, via, verso casa. Passando dal Gavia, e per la Valcamonica...

A pochi km da casa mi becco una tempesta in piena regola, per pochi minuti non mi becco tre piante in testa, strada interrotta per alberi caduti, allagamenti, grandine...ma alle 19.30 sono a casa.

Soddisfatissimo, e felicissimo, è andato tutto liscio, tutti e 20 in vetta, una salita ed una montagna che ricorderò per un bel pezzo. magari le foto non sono granchè, ma le immagini ed i momenti e gli amici e le emozioni che questo Gran Zebrù mi ha regalato, mi rimarranno per sempre indelebili nella mia mente e nel mio cuore.
 


Photobook di questa gita.

Roberto Maruzzo-socio CAI-Lanzo


 

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