Cronaca meteorologica
Pagina 1 di 10

In questa pagina è analizzata la cronaca meteorologica dell'inverno 2001-02, suddivisa per periodi significativi, a partire da un breve prologo per introdurre il discorso sulla stagione trascorsa, e continuando l'analisi per i mesi di dicembre 2001, gennaio 2002 e febbraio 2002, che, voglio ricordare, costituiscono l'inverno meteorologico, in quanto è ufficialmente riconosciuto che tale stagione comincia il 1° dicembre e termina il 1° marzo, con circa venti giorni di anticipo rispetto alla stagione astronomica. Nell'analisi dell'andamento meteorologico si possono individuare i seguenti periodi o episodi caratteristici, corrispondenti ad altrettanti paragrafi, raggiungibili direttamente dal sottostante sommario. Il caricamento completo delle pagine può richiedere parecchio tempo, in quanto vi sono molte immagini indispensabili a corredo del testo, il quale risulterebbe altrimenti di più difficile comprensione.. Mi scuso pertanto per la lentezza nella visualizzazione di queste pagine: per ovviare a questi inconvenienti ho suddiviso la cronaca meteorologica in più pagine.


PROLOGO: AUTUNNO 2002, LA SICCITA' PROTAGONISTA

Per introdurre il discorso sull'inverno 2001-02 è necessario uno sguardo all'andamento climatico dell'autunno 2002.
Il mese di settembre ha presentato alcune peculiarità, in particolar modo alcune irruzioni fredde da nord, le quali hanno caratterizzato la prima metà del mese, con le prime nevicate sulle Alpi, un forte calo dello zero termico e temperature notturne insolitamente basse.
Il 15 e 16 settembre lo zero termico scende fino a 1700 m, con le prime gelate nei fondovalle alpini. In pianura, a Villanova Canavese, il giorno 18 si sfiora il record degli ultimi 6 anni, con una minima di soli 2.1° e locali brinate.
Tutto ciò fa ben sperare per un autunno con precoci nevicate, invece nella prima decade di ottobre l'Italia finisce sotto l'influenza dell'alta pressione sub-tropicale, con cieli sereni e temperature miti in quota, con lo zero termico che si spinge fin oltre i 3000 m. Si ha solo un cedimento del campo pressorio il 20-21 del mese, con un breve episodio perturbato, con 40 mm di pioggia in pianura, ma distribuita in maniera molto irregolare, e un po' di neve oltre 2200 m.
Dopo questo intervallo ritorna l'alta pressione, sostituita poi da quella delle Azzorre, con la comparsa delle prime nebbie in pianura. Verso fine mese le temperature in quota rientrano su valori più consoni al periodo, ma ancora superiori alle medie.
Il 1° novembre i laghi alpini a 2000 m sono ancora liberi dal ghiaccio, tre giorni dopo invece il gelo fa finalmente la sua comparsa in quota, ma la neve è ancora praticamente assente.

L' alta pressione domina tutta la prima decade, con le prime deboli gelate in pianura, poi tra il 10 e l'11 del mese una perturbazione apporta la prima e unica neve sulle Alpi: la prossima sarà la bufera del 13 dicembre, con apporti che in quota saranno ridicoli. Le temperature basse della prima parte dell'evento portano la neve fino agli 800 m, ma successivamente la quota neve si alzerà fino a 1700 m.
Il tempo resta a tratti perturbato per qualche giorno, e il 14 novembre si ha l'ultima pioggia in pianura, giusto 4 mm, dopodiché non cadrà più una sola goccia d'acqua fino al 22 gennaio. Segue il ritorno dell'HP (massimo valore pressorio 1032 hPa il giorno 15) con delle discrete gelate (minime tra -2° e -4°) fino al 23, quando un fronte freddo scavalca le Alpi provocando un forte foehn (oltre 50 km/h) ed un generale calo delle temperature: il giorno 24 si ha la minima del mese con -6.2°. L'ultima settimana trascorre con cielo sereno, temperature relativamente rigide di notte (tra -5° e -3°) e miti di giorno (sui 10-11°). Nelle immagini sotto si può vedere la situazione in cui versavano le piste da sci della Valle d'Aosta intorno all'8 dicembre: la neve è praticamente assente fino alle alte quote e  la situazione dell'innevamento sull'arco alpino è ai primi di dicembre preoccupante: i fianchi delle montagne sono brulli e secchi, segnate solo dai desolanti nastri bianchi delle piste da sci innevate in parte dai cannoni.

Cervinia - Plan Maison 2555 m  Chamois _ Lago Lod 2018 m
Crevacol 1300 m Rhemes Notre Dame 1960 m

 

DICEMBRE 2001: LA SIBERIA BUSSA ALLA PORTA

Il mese di dicembre, dopo il calo termico dell'ultima decade di novembre, comincia all'insegna dell'anticiclone delle Azzorre, che si espande verso est abbracciando l'Italia, e fondendosi con quello russo (asse di Woeikof) causando fenomeni di inversioni termiche con fitte nebbie sulla Pianura Padana. Le temperature restano relativamente miti, in particolare nelle ore diurne, nelle quali si superano i 10°, e il giorno 5, grazie ad un debole effetto favonico si toccano addirittura i +11.6°, estremo del mese. In alcuni fondovalle alpini si toccano massime di 16°/17° sempre a causa del foehn: a Balme, 1432 m, in Val d'Ala (TO) si registrano +14.5°. Durante la notte si toccano invece minime tra i 2° e i 4° sottozero, fino al giorno 8, quando si ha la svolta stagionale. Le masse di aria umida temperata provenienti dall'Oceano Atlantico scorrono a Nord della catena alpina.

Analisi al suolo - 8 dicembre 2001, ore 12 UTC (fonte: The Met Office)


L'alta pressione atlantica si allunga lungo i meridiani verso l'Inghilterra, mentre l'alta pressione russa si espande verso ovest cominciando ad inviare aria fredda continentale verso l'Italia. La mattina dell'8 la minima sfiora i -5 (-4.9°), durante il giorno comincia l'afflusso di aria fredda da est nei bassi strati, il cielo fino alla bassa montagna si copre di stratocumuli da stau, ben visibili dalle montagne a ridosso della pianura
(vedi album fotografico). La massima non supera i +6.1°, già 4° in meno del giorno precedente. Nella notte si attenua lo stau e la minima scende fino a -6.6°. Nel corso del giorno 9 si ripresenta lo stau, e la massima si ferma a +4.5°.

In serata le nubi basse si dissolvono del tutto e la temperatura crolla fino a -8.1°. I giorni seguenti sono caratterizzati da basse temperature notturne, tra i -7° e i -8°, e dalle massime in progressivo rialzo. Intanto dal giorno 11 è in movimento verso l'Italia, con moto retrogrado, un vortice depressionario generatosi in Siberia. Il nocciolo freddo di tale vortice presenta temperature di -18° a 850 hPa, e la maggior parte dei modelli prevede che si posizioni proprio sulla pianura padana nel giorno 14. Il giorno di S.Lucia sarà ricordato nella storia meteorologica d'Italia come uno dei più emozionanti per le pianure del nord. Per osservare le temperature previste dai modelli MRF per i giorni intorno al 13 dicembre si rimanda alla pagina dedicata a modelli e carte.

 

Ben visibile il vortice depressionario in formazione sulla Siberia

Immagine Meteosat nel campo del visibile - 12 dicembre 2001, ore 12 UTC (fonte: Università di Nottingham)

Di fronte ai modelli negli aggiornamenti del 10 dicembre cominciano ad uscire i primi bollettini meteorologici per i giorni sucessivi, anninciando la poderosa irruzione fredda e la conseguente ondata di gelo.

Di seguito è riportato il testo parziale di alcuni dei bollettini emessi dalla Società Meteorologica Italiana: nel primo bollettino si evince già la particolare situazione che si verrà a delineare:

BOLLETTINO EMESSO IL GIORNO 10 DICEMBRE 2001 E VALIDO FINO A VENERDI 14 DICEMBRE.

INIZIO SETTIMANA FREDDO, MA CON IL SOLE; DA VENERDI' GRANDE ONDATA DI GELO CON ARIA SIBERIANA E NEVE FINO IN PIANURA. L'alta pressione russa continua a inviare aria fredda verso l'Italia, ma Piemonte e Valle d'Aosta non risentono di episodi di maltempo e il cielo si matiene sereno favorendo estese gelate nelle ore notturne. Tra giovedì e venerdì il vortice freddo che ha il suo epicentro sulla Russia si muoverà in moto retrogrado verso l'Italia, favorendo una grande ondata di freddo e gelo, probabilmente paragonabile a quella della fine del 1996 e Capodanno 1997. Nel suo spostamento verso la penisola iberica il nucleo freddo riuscirà ad attivare temporaneamente correnti umide dal Mediterraneo ponendo condizioni per nevicate fino in pianura nella giornata di venerdì. Tale episodio nevoso beneficerà ancora le Alpi Cuneesi e in parte quelle torinesi, sulle altre zone di montagna e sulla Valle d'Aosta la caduta di neve sarà piuttosto scarsa e inferiore ai 5-10 cm.

Col passare dei giorni i modelli non fanno che confermare l'irruzione, pertanto i bollettini annunciano l'imminente ondata di gelo, la più intensa dal 1996 (burian di fine dicembre 1996).

 

BOLLETTINO EMESSO IL GIORNO 12 DICEMBRE 2001 E VALIDO FINO A DOMENICA 16 DICEMBRE.

CON L'ARRIVO DELL'ARIA SIBERIANA SI ANNUNCIA LA PIU' INTENSA ONDATA DI GELO DEGLI ULTIMI 10-15 ANNI. VENERDI CON ATMOSFERA POLARE, VENTI GELIDI E UN PO' DI NEVE FINO IN PIANURA. L'alta pressione russo-siberiana invia da sabato scorso aria fredda verso l'Italia, ma su Piemonte e Valle d'Aosta il cielo si é mantenuto sereno favorendo estese gelate nelle ore notturne, che hanno portato punte di -7 gradi sulle zone di pianura. Tra giovedì e venerdì il vortice freddo che ha il suo epicentro sulla Russia si porterà sull'Italia, dando il via a una grande ondata di freddo e gelo e portando un po' di neve dalla sera di giovedì e nel corso di venerdì, più intensa sul Cuneese. Si preannuncia pertanto un periodo di grande gelo che si protrarrà anche all'inizio della prossima settimana e potrebbe portare a punte di -15 C nelle minime notturne anche in pianura.

Anche le immagini provenienti dal Meteosat non lasciano dubbi, e si nota chiaramente la linea dell'aria fredda che avanza dalle pianure siberiane, disegnando un arco ben definito che si approssima all'Italia nord-orientale, come si può ben vedere nell'immagine seguente:

Immagine IR Meteosat - 12 dicembre 2001, ore 15 UTC (fonte: Università di Nottingham)


 <<Pagina precedente - Pagina sucessiva >>

2002 - Powered by Roby4061